L’Archivio Storico ed Audiovisuale del Teatro dell’Opera di Roma
di Francesco Reggiani*
“Non sapere che cosa sia accaduto nei tempi passati, sarebbe come restare per sempre un bambino. Se non si fa uso delle opere dell’età passata, il mondo rimarrà sempre nell’infanzia della conoscenza”. Credo che questa frase di Cicerone, sia particolarmente appropriata ad evidenziare il proposito, che la mostra “Artisti all’Opera” si prefigge e a far emergere la funzione, che l Archivio Storico ed Audiovisuale del Teatro dell’Opera, svolge, ormai da quindici anni. Nell’accezione comune, alla parola “archivio” viene associata un’idea di polveroso, di statico, al limite dell’inutile e dell’improduttivo. L’essere assegnato all’archivio, in una qualsiasi azienda o ente, ha sempre assunto un aspetto quasi punitivo. Per fortuna non è il caso dell’Archivio Storico dell’Opera. La decisione di costituire un archivio, che conservasse la memoria artistica del Teatro, risale al 1946, quando l’allora sovrintendente Agostino D’Adamo, con apposita delibera (21 giugno, n°226) ne decretò la costituzione, indicando: “.di creare una raccolta utile per gli studi del teatro lirico a Roma, curando soprattutto di tenere sempre aggiornata quella parte che si riferisce a programmi, manifesti, elenchi di materiali, fotografie, bozzetti”. A tale determinazione seguì, purtroppo, un nulla di fatto. Oltre a non nominare un responsabile, il materiale esistente era affidato in maniera disorganica a vari uffici (Ufficio Stampa per le fotografie, Allestimento Scenico per i bozzetti e figurini), o addirittura a semplici dipendenti, quali l’usciere del secondo piano (per locandine, manifesti e programmi). Sarà necessario attendere il 1997, quando nel nuovo organigramma, fu riproposta a pieno titolo, una struttura dedicata, con relativo direttore e addetti, che nello specifico aveva il compito “di provvedere alla catalogazione ed alla conservazione della documentazione storica ed audiovisuale dell’Ente, promuovendone la diffusione e la fruizione pubblica”. Ancora per molti anni, però, il progetto rimase sulla carta, senza possibilità operative. A partire dal 2001, venne infine affidato allo scrivente, l’incarico di realizzare quanto previsto dalle finalità sopra espresse. Mi trovai di fronte ad una macroscopica serie di difficoltà: non esisteva un luogo fisico per raccogliere tutto il materiale; detto era sparso in vari ambienti del teatro e privo di una catalogazione puntuale ed esaustiva, il metodo di conservazione, soprattutto della parte iconografica (bozzetti e figurini) approssimativo e nel più completo disordine. Dopo un lunghissimo e certosino lavoro di ricerca e recupero, con l’assistenza di due validissime figure professionali, è stato raggiunto l’ottimale risultato di creare un Archivio Storico, in cui sono raccolti tutti i documenti, che testimoniano l’ultracentenaria attività del Teatro dell’Opera, rendendo altresì, tale patrimonio, fruibile a quanti che per studio o per curiosità, desiderino prenderne visione. Un patrimonio di notevoli dimensioni, in cui sono conservate: una ricca collezione iconografica, composta da circa 11.000 bozzetti e figurini, una nastroteca con registrazioni a partire dal 1963, una videoteca (dal 1984), un’emeroteca (dal 1911), ed una piccola biblioteca. A questo si aggiunge la raccolta dei programmi di sala, delle locandine e dei manifesti. Nel corso degli anni l’Archivio si è dedicato inoltre ad individuare e salvare dall’incuria, quegli elementi scenici ideati da grandi artisti figurativi del’900, che hanno collaborato, in qualità di scenografi e bozzettisti, con il Teatro (Alexander Calder, Giorgio De Chirico, Mario Ceroli, Mirko Basaldella, Giacomo Manzù ed altri). Nell’ottica di una più ampia diffusione dell’identità culturale del Teatro dell’Opera, l’Archivio Storico, attraverso il supporto economico del Ministero degli Esteri, attraverso la rete degli Istituti Italiani di Cultura, ha allestito negli ultimi sette anni alcune mostre su temi specifici (La riva sud del Mediterraneo nel melodramma, Il 150°anniversario dell’Unità d’Italia, Il bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, Sudamericanamente ovvero le tournèe del Teatro Costanzi in America Latina, Scenografie d’Autore), che sono state ospitate, con grande successo, in importanti musei di trentacinque nazioni.
*Fondatore ed ex Direttore Archivio Storico ed Audiovisuale