Teatro Costanzi
1880-1926
Il Teatro dell’Opera, per il periodo compreso tra la sua edificazione (1879), voluta da Domenico Costanzi (1810-1898), e il 1926, anno in cui il teatro fu acquistato dall’allora Governatorato di Roma, portò il nome del suo costruttore. Domenico Costanzi, impresario edile, ne affidò la realizzazione all’architetto milanese Achille Sfondrini (1836-1900), specializzato nella costruzione e nel restauro di teatri. Edificato in diciotto mesi sull’area anticamente occupata dalla casa di Eliogabalo, fu inaugurato il 27 novembre 1880 con l’opera Semiramide di G. Rossini, diretta dal maestro Giovanni Rossi, alla presenza dei sovrani d’Italia. Sfondrini progettò il teatro privilegiando soprattutto il risultato acustico e concependo la struttura interna come una “cassa armonica”; la forma a ferro di cavallo ne è una delle prove più evidenti. In origine il teatro, in grado di accogliere 2212 spettatori, disponeva di tre ordini di palchi, di un anfiteatro e di due gallerie separate; il tutto sormontato dalla cupola, di pregevole fattura, affrescata da Annibale Brugnoli. Costanzi, che vi aveva investito quasi tutto il proprio patrimonio, conseguentemente al perentorio rifiuto, da parte dell’Amministrazione Comunale, di riscattare il Teatro, fu obbligato a diventarne il diretto gestore; pur costretto ad affrontare vari problemi di natura economica, sotto la sua direzione “impresariale”, il Teatro ospitò “prime assolute” di opere, quali Cavalleria Rusticana di P. Mascagni (17 maggio 1890), poi diventate famosissime. Dopo un breve periodo, sotto la direzione del figlio di Costanzi, Enrico, al quale va riconosciuto il merito di aver contribuito alla realizzazione di un’altra grande “prima”, come Tosca di G. Puccini (14 gennaio 1900), nel 1907 il Teatro Costanzi fu acquistato dall’impresario Walter Mocchi (1870-1955), per conto della Società Teatrale Internazionale e Nazionale (STIN). Nel 1912 Emma Carelli, moglie di Mocchi, divenne direttrice e responsabile della nuova “Impresa Costanzi”, così ribattezzata dopo varie trasformazioni di ordine societario. Nei quattordici anni di tale gestione, moltissime furono le “novità”, sia per Roma che per l’Italia, presentate al “Costanzi”: La Fanciulla del West, Turandot e Trittico di G. Puccini; Parsifal di R. Wagner; Francesca da Rimini di R. Zandonai; Boris Godunov di M. Mussorgskij; Sansone e Dalila di C. Saint-Saëns e molte altre; non ultima la Compagnia de Les Ballets Russes di S. Diaghilev.