Terme di Caracalla

1937 ad oggi

Il 27 luglio 1937, il Governatore di Roma Piero Colonna aveva convocato i rappresentanti della stampa per illustrare l’iniziativa, in precedenza deliberata, che prevedeva la realizzazione di un teatro all’aperto all’interno del complesso archeologico delle Terme di Caracalla e le conseguenti rappresentazioni di opere liriche a partire dal 1 agosto successivo. L’ estate romana del “ventennio” si arricchiva di un ulteriore spazio dedicato alla musica ed in particolare al melodramma, poiché, va ricordato, che l’orchestra di S. Cecilia si esibiva, durante il periodo estivo, alla Basilica di Massenzio. In realtà nacque come esperimento, stando alle parole del Governatore, che si trasformò in un appuntamento immancabile sia per la cittadinanza, sia per il turismo soprattutto internazionale. Inoltre fu determinante per il definitivo assetto delle strutture dell’allora Teatro Reale dell’Opera e per la continuità lavorativa di tutto il personale dipendente sia tecnico che artistico. Definito con la dicitura Teatro del popolo andò sempre più connotandosi quale espressione di un  gusto popolare ritrovato ed affermato. In proposito è giusto ricordare che nel 1937 Verona inaugurava la sua ventunesima stagione lirica all’Arena. Il palcoscenico con i suoi impianti tecnologici, progettato ed allestito da Pericle Ansaldo, venne posizionato all’interno di una delle aule situate accanto al tepidarium, per le sue dimensioni, 1500 mq. di superficie ed un boccascena di 22 m. divenne il più grande palcoscenico del mondo. La platea disponeva di 8.000 posti divisi in sei settori. La prima stagione fu in realtà breve, appena otto giorni con cinque rappresentazioni in totale, tre di Lucia di Lammermoor e due di Tosca. “ Spettacolo indimenticabile in una cornice unica al mondo; di una potenza così suggestiva da sembrare irreale.”, con queste parole iniziava l’articolo apparso su Il Giornale d’Italia dell’8 agosto 1937. L’anno successivo le opere aumentarono a sei ( La Gioconda, Mefistofele, Aida, Lohengrin, Isabeau diretta dallo stesso Mascagni, e Turandot ) per un numero complessivo di 28 rappresentazioni, a partire dal 30 giugno e concludendosi il 15 di agosto. L’Aida diventò da quell’anno un appuntamento fisso tanto che il critico musicale Giorgio Vigolo suggerì, in un suo articolo, di chiamare il Teatro alle Terme di Caracalla Aideo. Il cambiamento sostanziale fu comunque quello della nuova e definitiva collocazione del palcoscenico all’interno dell’esedra del calidarium e l’ampliamento della platea che fu portata ad una capienza di 20.000 posti. Causa la guerra, la Stagione lirica estiva a Caracalla venne sospesa fino al 1944. Riprenderà nel 1945 in modo trionfale. Da detto anno fino 1993 è stata un punto di riferimento importantissimo per la cultura musicale e forse il luogo più suggestivo, fra quelli dedicati allo spettacolo all’aperto. Purtroppo , il 14 agosto 1993 il sipario calava definitivamente sul Teatro alle Terme di Caracalla. Dal 2001 sono ripresi gli spettacoli presso il Teatro alle Terme di Caracalla con una nuova situazione logistica, in cui le rovine  monumentali non sono più parte integrante del palcoscenico e quindi dello spettacolo stesso, restando comunque, unica e straordinaria cornice per la Stagione Estiva Lirica e di Balletto del Teatro dell’Opera di Roma.

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